La torta di mele affonda le sue origini nel lontano Medioevo.
Il melo è forse uno degli alberi più diffusi e antichi dei frutteti di Asia ed Europa, nelle sue innumerevoli varietà era già riuscito ad adattarsi ai diversi climi offrendo una gamma ampissima di frutti che differivano per sfumature di sapore colore e profumo ( dalla specie progenitrice che dava un frutto verde a aspro a quella Paradiso dalla polpa rosa e dal profumo intensissimo - pensate che si annovera anche la Mela Appia dal nome di un noto agronomo della gens Claudia :) - .
Questa opulente varietà in Europa fu da una parte salvata durante il Medioevo dal lavoro di abili monaci, all'interno dei conventi, e dall'altra arricchita col sopraggiungere degli invasori arabi che, con la loro abilità di frutticoltori, introdussero altrettante varietà dall'Anatolia e dalla zona del Mar Caspio.
Le tavole del medioevo avevano imparato proprio dagli arabi ad apprezzare il sapore agrodolce così, poichè le specie dolci di gran lunga preferite non erano certamente alla portata di tutti, presto il popolo imparò come sempre a far di difetto virtù cuocendo le varietà dal gusto più aspro che avevano da sempre dominato il panorama e che con la cottura diventavano apprezzabili. Fu il grande cuoco Taillevent , la cui esperienza veniva dalle cucine dei monasteri, considerate le migliori scuole in assoluto, a scrivere della "Tarte aux pommes".
Nelle proporzioni dei suoi ingredienti si può rilevare come lo zucchero, anch'esso non propriamente accessibile ai più, fosse presente in quantità ridotta.
Il potere dolcificante oltre che dai più comuni fichi secchi e dall'uvetta sultanina, era dato dalla onnipresente , nei ricettari medievali, cipolla appasita che rendeva morbido e dolce ogni impasto.
Maria Josè